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al testo di Lorenzo Roberto Quaglia
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Premetto che ritengo giusto che il popolo italiano esprima il proprio parere in merito al futuro energetico dell’Italia. E’ un tema troppo importante per delegarlo esclusivamente al Parlamento e al Governo e soprattutto credo che gli italiani ormai abbiano un grado di istruzione tale che permetta loro di esprimere un giudizio informato. Anzi il Parlamento e il Governo, nel programmare la politica energetica dei prossimi anni, se vorranno avere la fiducia degli italiani, dovranno tenere conto e sviluppare le indicazioni che emergeranno da questo Referendum.
Il nocciolo della questione è il “giudizio informato” che gli italiani devono esprimere il 12 e 13 giugno, perché è fuori di dubbio che, sull’onda emotiva dell’incidente di Fukushima, l’opinione pubblica in questo momento è fortemente condizionata verso il No al nucleare. Per chi ha seguito la puntata di Anno Zero di ieri, 2 giugno, questo tema è apparso evidentemente riassunto nel video presentato da Adriano Celentano. Tuttavia la trasmissione ha correttamente cercato di controbilanciare l’emotività che sostiene il No con un’analisi scientifica dei pro e dei contro al nucleare, senza demonizzarlo né difenderlo a priori. Alla fine sono emersi tre quesiti importanti a cui dobbiamo fornire una risposta. Il primo: per soddisfare il nostro fabbisogno energetico giornaliero, al momento, abbiamo a disposizione le seguenti fonti: fossile, idroelettrico, nucleare, gas, rinnovabili. Ciascuna di queste fonti ha i propri costi di produzione e inquina il pianeta in senso lato (anche le fonti rinnovabili inquinano nel senso che “mangiano” territorio, deturpano il paesaggio e per produrre i pannelli fotovoltaici si originano materiali di scarto inquinanti ) . Per quanto riguarda il fossile, l’Organizzazione Mondiale della Sanità calcola in due milioni l’anno le morti al mondo causate dall’inquinamento atmosferico, ottomila in Italia. Il secondo: a questo punto i sostenitori del nucleare pongono l’indice sul fatto che produrre energia nucleare è molto meno costoso che produrre energia con le altre fonti e questo argomento è corretto da un punto di vista economico. Inoltre fanno notare che l’Italia è circondata da centrali nucleari (in Francia, Svizzera, Croazia) e un incidente in una di queste centrali avrebbe ripercussioni anche sul nostro territorio: tanto vale quindi utilizzare anche da noi questo tipo di centrali. Obiezione: è vero che produrre energia nucleare costa meno che produrre con il fossile, per esempio, ma in caso di incidente nucleare serio (come Fukushima o Chernobyl ) i costi che si dovrebbero sostenere per rimediare al disastro sarebbero incalcolabili tenendo conto che l’area circostante la centrale in un raggio di quaranta / cinquanta chilometri sarebbe di fatto inutilizzabile per sempre. Quindi in caso di incidente serio ad una centrale, la comunità sarebbe costretta a sostenere costi economici elevatissimi e da un punto di vista statistico, l’incidente nucleare non si può escludere a priori. Il fatto poi di avere o non avere una centrale nucleare sul nostro territorio a mio giudizio non è uguale. Infatti un incidente nucleare in Francia o in Svizzera avrebbe ripercussioni gravissime in un raggio di quaranta / cinquanta chilometri dalla centrale e sempre meno invasive mano a mano che ci si allontana da essa. Quindi se l’Italia decidesse di non installare mai centrali nucleari sul proprio territorio, in linea di massima sarebbe salvaguardata maggiormente da un incidente nucleare che accadesse in uno Stato confinante. C’è poi il problema delle scorie radioattive prodotte dalle centrali nucleari. Queste scorie di fatto rimangono altamente nocive per migliaia di anni , diciamo per sempre. Da un punto di vista etico è corretto che noi uomini del ventunesimo secolo inquiniamo il pianeta con scorie che saranno per sempre nocive? E dove le stocchiamo, dove le nascondiamo? La trasmissione di Santoro non ha potuto certamente fornire risposte a tutti questi quesiti, però ha avuto il merito di sollevarli. A questo punto rimane a noi la scelta: come votare il 12 e 13 giugno? Io credo che una pausa di riflessione sul nucleare debba essere fatta, ma nello stesso tempo si debba cercare di capire da un lato quale sviluppo tecnologico possano avere le fonti energetiche rinnovabili che inquinano meno l’atmosfera, ma al momento sono molto costose e deturpano il territorio e soprattutto non si possono installare ovunque (eolico). Dall’altro lato sul nucleare, che non escluderei per sempre come fonte energetica a cui poter ricorrere in futuro, occorre capire se possono essere ampliate le misure di sicurezza delle centrali, ma soprattutto si deve affrontare il problema dello smaltimento delle scorie radioattive. Quindi oggi, per le conoscenze scientifiche che possediamo, probabilmente è corretto, visto che non abbiamo centrali nucleari attive in Italia, attendere a costruire nuove centrali e investire tempo e denaro nello studio sulle energie rinnovabili da un lato e dall’altro nello studio su nuove centrali nucleari più sicure e su come trattare le scorie radioattive derivanti dal loro funzionamento. La conseguenza finale è che tutti noi avremo ancora per molti anni una bolletta energetica più cara di quella dei francesi, degli svizzeri … |
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